Con la riapertura dei ristoranti arriva la rivincita delle tovaglie
15 maggio 2020
Non solo guanti, mascherine e distanziamento. La sanificazione degli spazi e degli accessori fa parte dei necessari accorgimenti con cui si stanno misurando i pubblici esercizi. Che dovranno fare i conti non solo con i reali rischi di contagio, ma anche con la psicosi che si è diffusa in questi mesi.
Un tavolo nudo, senza tovaglia, che prima era visto come una soluzione di design e modernità, oggi può diventare una spina nel fianco. Non c'è detergente che basti a far superare la ritrosia iniziale dei commensali, che dovranno potersi fidare del ristoratore nel togliere guanti e mascherina a tavola. Senza contare l’idea di portare alla bocca delle posate poggiate su una superficie che, si chiederanno, sarà sufficientemente sicura?
La soluzione potrebbe essere tornare alle care vecchie tovaglie e a garantirne la salubrità interviene Marco Marchetti, presidente di Assosistema Confindustria, l’associazione che rappresenta le imprese che svolgono il servizio di sanificazione e noleggio della biancheria per alberghi e ristoranti, che sostiene che «in tempi di coronavirus l’igiene è un prerequisito fondamentale, solo a seguire possono essere fatte scelte estetiche o economiche».
Tovaglie sicure, quindi?
Se trattate dai nostri associati, che effettuano un processo di sanificazione industriale certificato, assolutamente sì. Si può garantire la sistematica decontaminazione e la minima ricontaminazione dei tessili trattati grazie a standard molto stringenti, che servono a garantire che la biancheria nei ristoranti possa essere considerata sicura e sostenibile sotto il profilo igienico-sanitario. Senza contare che il settore, che conta oltre 30mila addetti, è già messo a dura prova dalla crisi del turismo nel Belpaese, di cui rappresenta un indotto diretto.
Sono state messe in campo misure straordinarie contro il covid19?
Le imprese specializzate del settore sono in grado di offrire prodotti tessili ricondizionati con processi di detergenza e sanificazione impostati e controllati da gruppi di lavoro multidisciplinare Rabc (Risk Analysis and Biocontamination Control) e successivamente certificati UNI EN 14065:2016 (con le Linee guida Assosistema) da enti terzi abilitati. Alcune imprese certificate hanno ritenuto prudenzialmente di rafforzare temporaneamente il processo per mantenere alto il livello igienico del tessile.
Ci sono ulteriori sistemi di controllo sugli associati?
Come Assosistema manteniamo aggiornate e operative le linee guida Rabc, che sono un manuale pratico per l'applicazione dei requisiti previsti dalla norma UNI EN 14065:2016 in materia di tessili trattati in lavanderia. Il sistema Rabc comprende anche azioni di monitoraggio e sanificazione delle superfici, dei macchinari e degli operatori. Nulla è lasciato al caso.
Non sarebbe preferibile l’alternativa usa e getta?
In questo caso non è tanto il virus a preoccupare, quanto la questione ambientale. Pochi mesi fa abbiamo presentato un’analisi che mostra i vantaggi dell’utilizzo delle tovaglie in cotone riutilizzabile rispetto all'usa e getta quantificando un -92% di produzione dei rifiuti, -53% in termini di riduzione di riscaldamento globale, -50% di smog, -27% impoverimento dello strato di ozono.